Partecipazione ai costi di manutenzione della città
Turismo a Firenze (in Toscana)
Resta il fatto che è oggi possibile immaginare un fortunato turista che pernotta in una struttura ricettiva dei dintorni, magari in roulotte, raggiunge con qualche mezzo il centro fiorentino, percorre in lungo e in largo il chilometro turistico cittadino, si rifocilla nel modo meno costoso, e ritorna alla sera alla sua occasionale dimora senza aver pagato alcunché, perché completamente appagato, anche culturalmente, da tutto quanto era a sua disposizione senza alcun costo, senza dover superare alcuna barriera e senza doversi sottoporre ad alcun controllo.
Le esternalità negative prodotte da un un turista del genere, da considerare soltanto come un caso limite, sono evidenti per i residenti, per il bilancio comunale, ma anche per gli altri turisti, per i titolari di esercizi pubblici e così via; quelle positive semplicemente non ci sono, se non riscontrabili in qualche forma di auspicabile promozione di una domanda turistica futura ma di connotati diversi.
È naturale che chi fa domanda di un bene pubblico (come ad esempio, la manutenzione di un monumento esposto all’aperto) tende a trascurare il fatto che anch’esso, per essere mantenuto al meglio, comporta un costo, del quale però non ha ragione di doversene dare carico.
Nella popolazione turistica sono innumerevoli i casi di free-riders, di persone cioè che non pagano il costo di produzione di un certo servizio perché comunque lo stesso deve in ogni caso essere assicurato.
In breve: il turista può evitare di contribuire, se non in piccolissima parte, a sopportare i costi dovuti ai servizi di cui fa domanda.